#511 in storie d'amore 10/04/17
Ci innamoriamo di chi è in grado di tenerci testa, di chi ci sfida, di chi non cede. Ci innamoriamo delle situazioni complicate, delle persone complicate e delle parole complicate.
Ci innamoriamo delle persone che esprimono i loro pensieri, le loro idee, pur venendoci contro. Ci innamoriamo di chi ci mette alla prova, amiamo essere messi alla prova. Insomma, ci innamoriamo di qualcuno che rende speciali i nostri difetti.
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Tratto dalla storia:
"Non ti permettere mai più a parlarmi in questo modo." dichiaro, con i nervi a fior di pelle.
Il ragazzo al mio fianco toglie i piedi dal tavolino e avvicina le sue labbra al mio orecchio. "Se no che fai?" sussurra con voce roca e tremendamente sexy.
Il mio respiro si blocca e lui comincia a lasciare umidi baci sul mio collo. Non posso fare a meno di volgere la testa verso l'alto, dandogli così più spazio per agire. Si avvicina, sempre di più, fino a quando riesco a sentire il suo respiro sulle mie labbra. Vorrei tanto continuare, ma non posso, deve capire con chi ha a che fare.
"Mmh." mormora lui, posando una mano sul mio fianco.
"Adesso tocca a me." sussurro. Comincio a lasciare caldi baci sulla sua mascella, arrivando pian piano al suo orecchio.
"Posso dirti una cosa?" bisbiglio.
Lui annuisce e gli mordo il lobo, delicatamente.
"Con me non attacca." lo colgo di sorpresa e mi allontano, annullando così ogni contatto.
"Ah, e per la cronaca, mi dispiace per quello." indico il rigonfiamento che i suoi pantaloni lasciano intravedere e ridacchio.
"Che stronza." mormora, in sottovoce.
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"Uno novembre.
Ore zero quattro e sette di mattina.
Il soggetto è esausto, sembra delirante.
Si muove con lentezza nell'ombra, non reagisce agli stimoli.
I muscoli fanno scatti improvvisi e i farmaci non funzionano.
È un topo da laboratorio, gira e rigira nella sua ruota.
Non riesce a fermarsi, farnetica e fatica a stare dietro ai suoi pensieri.
E a quello che gli viene detto.
Quando chiude gli occhi, non percepisce la realtà, il suo respiro si intensifica e l'affanno diventa tale da non permettergli di riaprirli se non nel buio più totale.
Nella sua testa si ripete solo un'immagine: lei, con la pelle di luna e i capelli di sole.
Nuda tra le sue braccia.
Il soggetto sono io.
E non so più dove ho messo la testa."