È sotto un salice che lo incontra per la prima volta.
Capelli di un castano così caldo, così chiaro sotto quel Sole di giugno, da sembrare miele; un viso spigoloso, pieno di ombre, così sature in quel giorno limpido; gli occhi più azzurri del cielo, più familiari di quelli di sua madre, occhi che potrebbe passare una vita ad osservare - o che ha già osservato per una vita, più lunga però? -, occhi in cui potrebbe sprofondare, essere soffocato da quell'azzurro così puro, così vivo, ed esserne comunque contento.
E quelle labbra, Dio, quelle labbra: labbra da mordere, labbra da assaporare particella per particella sulle propria lingua - ed eccolo lì, un sapore sulle labbra - un ricordo? - la cosa più dolce che abbia mai sentito.
Harry è ancora confuso dalla familiarità di quel viso, da quelle lievi occhiaie che non appartengono a quel viso perfetto, quando gli scappa un: "Ci conosciamo?".
Il ragazzo sembra pensarci un attimo, litigare con sé stesso silenziosamente; all'improvviso sembra molto stanco, esausto, come se avesse vissuto mille vite.
"Sì," dice, e la sua voce è velluto, "Sì, ci conosciamo, Harry. È la mia dodicesima volta."
❝I've been falling every day
since I first met you.❞
stolen glances,
hushed whispers,
teasing breaths,
lingering touches.
𝘖𝘳 𝘪𝘯 𝘸𝘩𝘪𝘤𝘩 𝙝𝙖𝙧𝙙𝙘𝙤𝙧𝙚 𝙢𝙚𝙚𝙩𝙨 𝙝𝙖𝙧𝙙𝙘𝙤𝙧𝙚, 𝘢𝘯𝘥 𝘮𝘢𝘨𝘯𝘦𝘵𝘴 𝘢𝘳𝘦 𝘮𝘦𝘢𝘯𝘵 𝘵𝘰 𝘢𝘵𝘵𝘳𝘢𝘤𝘵 𝘦𝘢𝘤𝘩 𝘰𝘵𝘩𝘦𝘳.
─ tim bradford x fem!oc
─ the rookie; s1 ~ s?
─ slow-burn, flirting, some spice
─ updating every other day!!
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