La mia vita stava andando a gonfie vele. Ero felice con Riki e con le mie bimbe. Avevo trovato lavoro come cameriera, lui aveva ripreso gli studi e si era laureato in design della comunicazione; aveva anche aperto uno studio. Le bimbe andavano all'asilo e si trovavano bene, avevano amiche e maestre simpatiche. Le avevo mandate in due sezioni diverse, perché volevo che ognuna avesse la propria vita, le proprie amicizie, e tutto il resto. D'altro canto non litigavano spesso, e volevano tanto bene al loro "papà". Ovviamente non sapevano che il padre fosse un altro, e nemmeno doveva importare a due bambine della loro età. Devo dire che ero migliore di quanto credessi, in campo materno. Mi ero guadagnata, in qualche modo, il bene delle mie figlie, perché non è "innato", a mio parere. Penso di essere a posto, sia come mamma che come moglie: riuscivo a equilibrare il mio tempo tra Riki, il lavoro e le bimbe. Era tutto perfetto, per una venticinquenne con due figlie da mantenere, naturalmente con l'aiuto del mio ragazzo. Ma, ovviamente, qualcosa doveva "andare storto".
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