Uscì di scena accompagnato dagli applausi del pubblico, per i quali si meravigliò, come se fosse la prima volta che li ricevesse.
Ad aspettarlo, dietro le quinte, c'ero io, girata di spalle, per non farmi vedere nel mare di lacrime in cui mi ritrovavo.
Mi girò davanti a sé, come se mi stesse salvando da un annegamento. Ripresi a respirare, come se fino ad allora fossi rimasta in apnea. Mi asciugò le lacrime, poi strinse le mie mani nelle sue, per darmi forza, ma sul suo viso era chiaro che non stesse capendo il motivo di tanto mio piangere.
«Perché?», riuscì a chiedermi, nel modo più dolce e delicato possibile.
«Sei stato...», non feci in tempo a finire la frase che una nuova ondata di lacrime si fece strada dentro e fuori di me.
«Orribile?», domandò, un po' ironico e un po' confuso.
«Ma se ti hanno applaudito tutti!!», esclamai quasi arrabbiata, dandogli un colpetto sulla spalla.
Poi continuai: «Sei stato meraviglioso, Luca, ecco perché piango. E poi perché...»
«Shh, non possiamo stare qui. Seguimi».
Mi prese per mano e, a passo svelto, mi portò nel suo camerino. Accese la luce e chiuse la porta.
Eterocromia. Ecco la cosa che mi ha distinta da sempre.
Quei bisbigli dei bambini appena passi che ti definiscono una "strega" o una "fata" oppure i rifiuti dei ragazzi perchè "i tuoi occhi mi fanno paura".
Si passa la vita a cercare un'equilibrio ed io perdo già in partenza: un occhio verde e un occhio azzurro.
Nonna ha sempre detto che è stato un segno del destino, un segno che io alle regole non ci sarei mai stata. Mi fanno sentire in trappola, bloccata e imprigionata. Ho bisogno di fare tutto a modo mio e di ascoltare solo me stessa. Io mi do le regole. Io decido.
Questa è stata la mia filosofia di vita per tanto tempo, prima che la gente cominciasse a sbattermi porte in faccia dandomi della viziata.
Quando la scuola ha cominciato a chiamare nonna per il comportamento ho capito che era il momento di mettermi dei paletti e di trovare un equilibrio tra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato.
Gli occhi però sono l'unica cosa che resta ancora come prima. L'unica cosa che un equilibrio non lo troverà mai. Ed è bello così.