» In una visione post apocalittica del nostro mondo, in cui pochi sono sopravvissuti e hanno creato quattro sole città, un imprevedibile soggetto getta scompiglio nella realtà perfetta e controllata che il nuovo governo si era illuso di mantenere sotto stretto guinzaglio.
Eurus non è il più ordinario dei protagonisti, ma mi sono sempre chiesta come potesse essere una storia narrata da un punto di vista più inusuale, per una volta non umano.
È, infatti, una creazione, un ibrido di drago creato in laboratorio e programmato unicamente a contrapporsi ai giovani iniziati ai Giochi di Molotøv l'evento dell'anno e che segna il passaggio all'età adulta dei ragazzi delle Quattro Capitali, ma che in realtà cela ben altri fini. Un metodo come un altro per il governo per tenere sotto controllo i futuri adulti che faranno parte della società e un'occasione per eliminare prematuramente ogni possibile minaccia.
Così come molte altre bestie, Eurus è vittima e carnefice allo stesso tempo, prigioniero di quel gioco come chiunque ragazzino abbia la sventura di imbattersi sulla sua via.
I Giudici e gli scienziati credono di avere in mano il bastone del destino, di poter imbrigliare con quei giochi le giovani menti e poter avere in mano le vite di ogni cittadino, ponderando se sia cauto lasciare che raggiunga la maggiore età. Dovranno capire che niente è mai sotto il loro totale controllo, nessuna variabile può essere messa a tacere e neppure ciò che l'uomo stesso crea è davvero sotto il suo potere. Possiedono solo l'illusione di avere davvero le mani salde sul volante e sul freno dell'auto che stanno facendo correre a piena potenza.