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A diciassette anni suonati, Daphne Altavilla non ha grandi aspettative per il futuro: con i suoi mediocri risultati scolastici e delle ancor più scarse capacità sociali, la ragazza si è rassegnata a un'esistenza fatta di bassi e, be'... altri bassi. Le uniche cose in cui eccelle sono le maratone di serie TV, i sonnellini per recuperare le notti passate a leggere e le scuse raccontate ai professori per giustificare i suoi continui ritardi. Tutto cambia quando Daphne riceve una lettera dalla Barèvia, piccolo Regno incastonato tra Repubblica Ceca, Germania e Austria, di cui lei, apparentemente, è Principessa. Suo padre non è infatti un delinquente carcerato, come mamma Clara le ha fatto credere per tutti questi anni: è un Re, Re di quel paesino che Daphne non ha mai sentito nominare, e adesso apparentemente ha bisogno di lei. Sebbene sua madre l'abbia strappata alla vita di corte prima ancora di nascere, infatti, Daphne non ha mai rinunciato al suo titolo... cosa che la rende a tutti gli effetti la legittima erede al trono. È perciò costretta a partire alla volta della Barèvia per partecipare alla Cerimonia di Rinuncia, così che la figlia adottiva di Re Albrecht, Isabella, possa prendere il posto che le spetta. Daphne è determinata a rendere tutto il più veloce e indolore possibile, ma una volta lì inizia a sospettare che oltre le apparenze ci sia di più: Albrecht è davvero il mostro senza cuore che non ha voluto riconoscerla? Perché Isabrutta sembra avercela così tanto con lei? E soprattutto cosa vuole da lei Maximilian Schneider, Conte di Dreisendorf e promesso sposo di Isabrutta? E così, tra figuracce colossali, lezioni di etichetta e Gran Balli a palazzo, Daphne inizia a destreggiarsi in questo mondo che non le appartiene affatto, certa che presto tornerà alla solita vita di sempre... Ma rinunciare alla corona che le è capitata tra capo e collo sarà davvero quello che vuole?