Cosa succederebbe se una ragazza come noi, un giorno, scoprisse che tutto quello che abbiamo sempre letto, quella che abbiamo creduto per giorni, settimane, mesi, se non per anni fosse solo la fantasia di un uomo, si rivelasse reale? E se noi, con la consapevolezza di cosa succede nel mondo di Percy Jackson, ci troviamo costretti ad affrontare la realtà, per quanto strana possa sembrare, ed ad andare al Campo Mezzosangue, come reaggiremmo?
{Tratto dal Capitolo 6}
-Prima avevo dei sogni da rincorrere, Nico, sperando che un giorno potessero diventare realtà...
-E ora che si sono realizzati...?
-Ora hanno perso la loro magia. Sono contentissima per questo, per l'amor degli dei, però non sono più sogni, capisci?
Lui scosse la testa.
-Ciò che intendo dire... è che l'essere umano spera in cose che sa che non potranno mai essere realtà, ma ci crede per andare avanti...
-E non credi che l'essere umano in questione debba aspettarsi di più dalla vita? Non credi che debba ribellarsi alla realtà ed essere certo che un giorno ciò che spera si possa realizzare? L'essere umano ha una vita molto breve, Giulia, ma non pensi che questa vita la debba vivere appieno? Lui deve credere nei propri sogni, altrimenti, che vita avrebbe? Una vita vuota. Ecco cosa avrebbe. Niente. Giulia, io per primo avevo delle speranze vane. Negli anni Quaranta, era impensabile che qualcuno fosse come me. Ma guardami ora... Ora sono felice. Ho un fidanzato, una nuova sorella e degli amici fantastici. Non posso desiderare di più dalla vita. Perchè non puoi essere felice anche tu? Non è quello che desideravi? Essere una semidea, combattere al mio fianco, al fianco di Jackson, i mostri mitologici...?
-Forse hai ragione...- lo guardò con i suoi profondi occhi scuri. -Dobbiamo essere felici. Ora che siamo insieme come non mai. Ti seguirò al Campo Mezzosangue, Nico.
~GiuliaNoir
Londra, 1817
Lei è una lady, la figlia di un duca.
Nata e cresciuta allo scopo di fare un buon matrimonio, di essere una buona madre.
Suo padre le ha donato una cultura, qualcosa in cui credere, la conoscenza del mondo.
Lei vuole qualcosa di diverso, qualcosa che sa di non poter ottenere.
La data del suo matrimonio si avvicina.
È confusa, e capisce di essere entrata in qualcosa di più grande di lei, quando ha posato per la prima volta gli occhi in quelli di Reed.
***
"...Siete diversa dalle altre donne dell'alta società. Voi avete 'la mente di un uomo', come diceva mia nonna" termina sorridendo.
"Io non sono niente di speciale. Perché 'la mente di un uomo'? Perché una donna non può avere una cultura, non può sviluppare la sua intelligenza, non può pensare con la propria testa? Perché noi dobbiamo essere sminuite, incomprese, abbandonate se cerchiamo di emergere, di non restare nell'ombra dell'ignoranza e dell'ubbidienza cieca e sorda a cui siamo costrette? Noi siamo delegate ad un dovere naturale, quello di avere figli e di badare a loro, senza possibilità di trovare una strada diversa? Non possiamo decidere chi essere, come vivere, chi amare"