Se chiedessero ad Alice Ciardi cosa ha fatto negli ultimi 24 anni della sua vita, lei risponderebbe 'schifo'. E, senza dubbio, il periodo peggiore l'ha vissuto nell'ultimo biennio. D'altronde, come potrebbe essere definito un ricovero in clinica per combattere un disturbo di personalità borderline e ripetuti atti di autolesionismo? 'Tentato suicidio' fu la sentenza della psichiatra Murgia, stesso pensiero dei suoi genitori, bislacchi titolari di una osteria tamarra che il Boss delle Cerimonie può accompagnare solo. Ma mica voleva morire Alice, no... voleva solo stare meglio. Voleva soffrire un po' per sentirsi più viva. Anche se il suo senso dell'umorismo e le sue deliranti figure di cacca potrebbero farla passare solo per una tizia leggermente sciroccata. Ma, forse, tornare alla realtà post-rehab è una prova più difficile di lamette o spilli. Soprattutto se, come ordinatole dalla terapista, deve cominciare a vivere davvero.
Tutto si sarebbe aspettata, Alice... tutto, tranne lui. Perché diventare la segretaria di Leonardo Gherardi, famoso quanto ricco, affascinante, arrogante, superficiale e narciso top manager diventerà una prova più affilata di un taglio sulla pelle.
O più piacevole... dannatamente più piacevole.
Perché essere 'pazzi da legare', nel senso letterale del termine, non è mai stato così bello.
Dopotutto, a mali estremi... estremi rimedi.
E da 'a mali' ad 'amali', inteso come un ordine da eseguire, il passo è breve. Giusto il tempo per un nodo un po' più stretto con la cravatta attorno ai polsi o per camminare a quattro zampe fino alla sua scrivania belando come una capretta tirolese.
WARNING ⚠
SE PENSATE ALLA SOLITA SOLFA BDSM... NOT IN MY HOUSE.
SE INVECE CREDETE CHE TRASH, RISATE, UMORISMO E LEGGEREZZA POSSANO LEGARSI (MINCHIA, CHE BATTUTA!) AL SADOMIAOOO, METTETEVI COMODE.
SE NON CI CREDETE... VI SFIDO CHE MANCO AD AMICI DI MARIA.
GOD SAVE THE TRASH.
50 SFUMATURE DI VERDE PISELLO, SÌ... MA DEL CIUFFO DI MALGIOGLIO.
"Naturas expelles furca" recita un verso di Orazio. "Potrai scacciare la natura con la forca."
Iole, purtroppo, sa bene che in queste poche parole si può riassumere tutta la sua vita: sempre la stessa ansia di vivere o di lasciarsi morire, sempre le stesse persone da cui fuggire o in cui rifugiarsi, sempre gli stessi pensieri capaci di imprigionarla o di liberarla... un brulicare di sensazioni che la lasciano in stasi, congelata in un oceano di pensieri torbidi che sarebbero capaci di affogarla, se solo non fosse diventata così brava ad annaspare sul pelo dell'acqua.
È la vita, si dice di tanto in tanto.
Sono solo i vent'anni, altre volte.
Passerà, è il pensiero finale.
Ogni tanto bastano queste tre frasi per far tornare tutto normale, o almeno abbastanza da farla sentire come il resto del mondo in cui è immersa; le permettono di scivolare in quella realtà frivola, leggera, che pare essere tipica del mondo universitario, in cui l'unico problema è l'esame da dare il mese successivo o decidere come vestirsi per l'uscita di sabato sera. Ma poi torna a incrociare quello sguardo, a ricordare quelle mani per sentirsi di nuovo crollare e rinascere, in un continuo ciclo senza alcun senso di alti e bassi che porterebbe alla pazzia un sano di mente.
Mai avrebbe immaginato che per uscire da quell'impasse di ansia e noia sarebbe bastata una piccola idea, una di quelle capaci di colpirti in testa come una tegola, talmente ridicola da sembrare addirittura sensata.
"Potresti uscire con me, di tanto in tanto."
***
Storia vincitrice dei Wattys 2020 nella categoria New Adult ✨