«Tu tratti me come se fossi stupido» dissi di getto, senza realmente collegare le cose. Jo si voltò istantaneamente verso di me corrucciando le sopracciglia. «Cosa vuoi dire?» chiese piano. «La foto» dissi guardandola mentre, adesso, era come se si fosse pentita di essere venuta qua. «Perché hai tenuto quella foto? È importantissima per me, la vorrei indietro» dissi stizzito. Si allontanò dal piano cucina, si avvicinò al suo zaino e tirò fuori il portafogli. Da lì, uscì la mia foto che poggiò sul tavolo. «Non l'ho tenuta perché volevo privartene, ma ne ho anche una io a casa mia» disse senza guardarmi. Sollevai lo sguardo su di lei. «Cosa?» chiesi quasi senza fiato. «Come fai ad averne una? L'abbiamo solo io e un'altra....» persona. Avrei voluto dire un'altra persona ma non riuscì a finire la frase. Jo sospirò a fondo, passando le mani sul viso. «Quella foto è nella camera da letto di mio padre» disse senza guardarmi. «In una cornice blu, vicino ad una fotografia mia.» sussurrò piano. «Mio papà è il capo della Caserma 51 dei Vigili del Fuoco di Chicago» In quel momento l'aria mi mancò, chiusi gli occhi forte come se avessi preso un pugno in pieno stomaco. Mi sentì per un attimo di nuovo sul campo, quel fatidico giorno, quando un esplosione mi fece volare di qualche metro. Mi sentì triste, tradito per la prima volta come mai era capitato prima. Mi sentì vuoto. Iniziata: Conclusa: Tutti i diritti riservati.