Il cielo azzurro, l'erba umida, il vento tra i capelli...
"Come sono sopravvissuta diciannove mesi senza tutto questo?" pensò Ludovica mentre le porte del furgone venivano aperte.
Aveva ancora le manette troppo strette, eppure quel momento assomigliava tanto alla parola "libertà".
Non perse tempo, estasiata dal profumo dei campi e dalla luce del sole puntata sul suo viso.
"Nuova prigione, nuova vita" si ripeteva tra se, consapevole che questa volta sarebbe stata migliore.
Il suo sesto senso non sbagliava, questa volta sarebbe stata davvero migliore.
"Torna in cella, detenuta" urlò la guardia contro la bionda tatuata che, prontamente, non esitò nell'alzare il dito verso di lui: "Vaffanculo, stronzo" rispose, aggiungendo con una smorfia "Un richiamo, lo so" prima che potesse farlo lui.
Carola tornò alla sua branda strisciando gli scarponi sul pavimento e ondeggiando con le anche, ci si sdraiò sopra e prese tra le labbra una gomma alla menta.
"Altra giornata del cazzo" sussurò tra se, inconsapevole di cosa sarebbe successo.
"Non so più come fare senza te
Te che mi fai vivere e dimenticare
Tu che mentre cucini ti metti a cantare
E tu chiamala, se vuoi, "la fine"
Ma come te lo devo dire?
'Sta vita non è vita senza te"
- Balorda Nostalgia