The importance of being Antoine
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Ongoing, First published Aug 10, 2018
Le Castellet, giugno 2019. Il circuito francese di Paul Ricard, dopo qualche tempo lontano dalle scene della competizione automobilistica più prestigiosa, ospita per il secondo anno consecutivo il Gran Premio di Francia di Formula 1. Noelle ha venticinque anni, una passione sfrenata per il mondo dei motori, una vita piuttosto frenetica e, soprattutto, è l'ingegnere di pista del giovane talento olandese Max Verstappen. Originaria di Orléans, vive la sua vita a 300 km/h, destreggiandosi da circuito a circuito, da continente a continente. 
Antoine, a ventotto anni, con un divorzio in corso, una figlia a carico ed un carriera sportiva da portare avanti, vorrebbe tornare a sentirsi il ragazzino scalmanato di un tempo, vorrebbe tornare ad essere soltanto Antoine. Lontano dal caos madrileno, in un borgo situato ai piedi delle Alpi francesi, Antoine ricomincia a prendere coscienza di sé stesso - e dei suoi bisogni - in mezzo al rombo dei motori, quelli delle monoposto di Formula 1.
Una storia sulle complicità inaspettate, sulla ricerca di sé stessi, sulla distanza che divide due corpi - ma non due cuori -, sulle passioni più profonde e, perché no, sull'amore. 
Potrà un weekend cambiare il destino di due persone, apparentemente così lontane?
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27 parts Ongoing

Eterocromia. Ecco la cosa che mi ha distinta da sempre. Quei bisbigli dei bambini appena passi che ti definiscono una "strega" o una "fata" oppure i rifiuti dei ragazzi perchè "i tuoi occhi mi fanno paura". Si passa la vita a cercare un'equilibrio ed io perdo già in partenza: un occhio verde e un occhio azzurro. Nonna ha sempre detto che è stato un segno del destino, un segno che io alle regole non ci sarei mai stata. Mi fanno sentire in trappola, bloccata e imprigionata. Ho bisogno di fare tutto a modo mio e di ascoltare solo me stessa. Io mi do le regole. Io decido. Questa è stata la mia filosofia di vita per tanto tempo, prima che la gente cominciasse a sbattermi porte in faccia dandomi della viziata. Quando la scuola ha cominciato a chiamare nonna per il comportamento ho capito che era il momento di mettermi dei paletti e di trovare un equilibrio tra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato. Gli occhi però sono l'unica cosa che resta ancora come prima. L'unica cosa che un equilibrio non lo troverà mai. Ed è bello così.