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Takumi è il figlio minore della famiglia Aldini, i reali di Ahel, il proprio regno.
Già da un paio di anni è entrata in campo una legge riguardo le coppie gay, che permettono tutto ciò, sia da famiglie ricche che dal popolo.
Takumi, essendo il figlio più piccolo, non ha responsabilità, quindi passa il suo tempo a divertirsi o da solo, o assieme ai propri cavalieri: Akira Hayama e Satoshi Isshiki.
Durante un incontro per la pace, con il paese vicino, incontra un ragazzo, conosciuto come leggenda, che, era un semplice trofeo di quel re.
Un ragazzo che, nonostante tutto, riesce a far emozionare Takumi al solo sguardo.
Un ragazzo dai Capelli rossi, come il fuoco che prende possesso delle guance del reale più piccolo.
Un ragazzo dai lineamenti duri, ma anche scherzosi e energici.
Un ragazzo che sembra limpido, chiaro e splendente, ma che nasconde le peggior ombre.
Quello, era il ragazzo dagli occhi d'oro.
Tratto dal capitolo 9:
"Tutta colpa dei tuoi occhi... " Sussurro, e posso notare una sfumatura di tristezza in essi
"... Se voglio vedere il tuo sorriso, se voglio accarezzare i tuoi capelli, se voglio sentirti ridere. Tutta colpa loro... "
[In riscrittura]
Qual è il vostro posto nel mondo? Cassie non ne ha uno. Viene costantemente sballottata da un Paese all'altro da quando, all'età di quattro anni, sua madre li ha misteriosamente abbandonati.
Danvers, la sua nuova casa - ma solo per qualche mese, eh - ha tutto ciò che potremmo considerare un cliché: un ragazzo tormentato, nuovi amici, una sfarzosa scuola privata ma, soprattutto, un gigantesco, enorme segreto che marchierà il suo presente e, forse, il suo futuro.
Pronti per scoprire cosa si cela in un piccolo paesino agricolo del Massachusetts?
Allora, vi do il benvenuto nella ridente cittadina di Danvers, dove tutti - ma proprio tutti - nascondono un segreto.
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«Ci conosciamo?»
Vidi i suoi occhi azzurri aggrapparsi a ogni centimetro della mia pelle, analizzandomi, studiandomi come se per lui fossi trasparente.
Tornai a concentrarmi sul mio quaderno, oltremodo a disagio per quella situazione. «Non credo» fu l'unica cosa che dissi.
Avrei tanto voluto rispondere in modo altrettanto tagliente, dicendogli che non avrei mai dimenticato una persona così insopportabile.
La realtà però era che, se ci fossimo già incontrati prima, credo che non avrei mai dimenticato quello sguardo. Era uno di quelli difficili, dai quali ti vuoi sottrarre, ma che per qualche assurda ragione non vuoi smettere di ricambiare.
E poi successe. Proprio quando credevo di essere ormai al sicuro, le nostre iridi entrarono nuovamente in collisione, riconoscendosi ancora prima di noi.
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