Chiudi gli occhi. Ascolta il respiro della notte. I rami spogli scricchiolano al vento d'Ottobre e la nebbia si infiltra in ogni crepa e fessura. E nel silenzio nascono storie, gelide come la loro culla d'autunno, che ti sussurrano all'orecchio di tempi passati, di anime tetre, di terra e di ossa. Bianchi presagi di un mondo oscuro. Parole scritte con il sangue, incise nella roccia, fatte di quello stesso buio denso che riesce a gettare ombre anche nelle notti senza luna. Si agitano voci rimaste per troppo tempo mute nella pietra, fanno udire le loro grida di eterni tormenti. Un libro di demoni perduti, di ricordi abbandonati nella fossa, come ossa ormai prive di un nome a cui la terra a poco a poco ha raschiato via il passato.