Tu quoque fili?

Suburra, 44 a.C.
Qualche giorno prima della propria morte, Gaius Iulius Caesar, il potente Imperator romano, decide di ritornare alle origini della propria vita, visitando e calpestando la terra sulla quale correva da bambino. Un brutto presentimento trapelava dai pensieri dell'uomo, che, assolto dalla malinconia e da delle preoccupazioni dovute da alcune insurrezioni politiche e sociali, si prese la libertà di ammirare e di godere quel che era diventato suo grazie a numerose fatiche e ripagati sacrifici.

Si fermò ad osservare le alte mura in pietra gabina, che erano ormai una parte fondamentale di quel malfamato posto. Si avvicinò lentamente ad esse e vi poggiò sopra la mano destra e, carezzando con lentezza la superfice ruvida e polverosa, se la sporcò. Chiuse gli occhi e calò il capo, rimembrando il suo passato e passando vari minuti lì immobile dinanzi a quelle mura, venendo osservato da molta gente, che non tardò ad avvicinarsi successivamente.