Seoul, Corea del Sud, 21 Dicembre 2018, ore 20:00
Le luci erano accese, il riscaldamento era a palla, le porte erano aperte, i primi clienti erano entrati e i primi fornelli si erano attivati.
Era così che si presentava il ristorante "Worldwide Kim" agli occhi di Lee MiSo, quel lunedì: accogliente e interessante, ma fin troppo caldo. Sapeva che chiunque l'avrebbe ammazzata pur di avere il suo posto in cucina, eppure non era sicura che l'avrebbero ancora fatto se avessero conosciuto il rinomato chef Kim Seokjin, il diavolo in persona. Era così pignolo, che perfino un granello di sale in più gustava male sulla sua lingua. Ed era addirittura capace di punire per quel maledetto granello di sale.
Mi chiamo Alexander Black, ed ho 20 anni.
Abito da solo nella città di Kyoga e sono appassionato di videogiochi a realtà virtuale.
Negli ultimi anni, grazie ad uno strumento chiamato Nerve Gear, questi giochi hanno riscosso un enorme successo in tutto il mondo. O almeno, finché un pazzo ha deciso di trasformare un suo gioco in una trappola mortale da cui non si fa ritorno.
In pratica, chiunque moriva in quel gioco, moriva anche nella realtà.
Grazie ad alcune mie competenze, sono stato scelto per testare un nuovo gioco di questo genere, ma c'è un altro motivo per cui mi hanno chiamato... Un motivo alquanto raccapricciante.