Come potevo immaginare di essere salvata da un kelpie mentre stavo per affondare nelle paludi? Eppure andò così. Sin da piccola nelle cucine del castello avevo sentito più e più volte leggende su di una creatura palustre che prendeva le sembianze di un cavallo con criniera e coda bagnate e con il solo scopo di ammaliare ed ingannare gli umani per poi ucciderli. "Non andate nella palude al confine della foresta" dicevano le serve mentre preparavano il pasto reale, "altrimenti sarete vittima dei kelpie". E così io e gli altri bastardi, cioè i figli illegittimi del re, nati da donne di bassa reputazione, crescemmo nel terrore di uscire dal villaggio. Ma nessuno poteva sapere che una notte di novembre dei miei 16 anni, delle spie al villaggio dessero fuoco al castello e dintorni, che la famiglia reale venisse uccisa, che la gente sarebbe fuggita a destra e manca come un gregge di pecore senza pastore e mi lasciasse confusa a dormire nei sotterranei del castello. Ed io stessa, non potevo sapere che dal terrore sarei fuggita proprio nei meandri della fitta foresta, correndo a perdifiato avvolta dal vello caldo di un vitello usato come mantello, senza una fiaccola a farmi luce, e quindi sarei inciampata su di esso per finire nella fangosa palude, senza riuscire a muovere un solo muscolo per tirarmi fuori di lì. Ma quando avevo ormai perso le speranze e infreddolita lasciavo che la vita mi venisse tolta goccia dopo goccia, l'alba sorgeva e nell'alone di luce soffusa creatasi, si materializzò dal fango una creatura simile ad un grigio ronzino e arrivato accanto a me mi appoggiai alla sua criniera con tutte le mie ultime forze. Riuscì miracolosamente a salire in groppa ad esso con un'ultima spinta e partì in un galoppo sfrenato lontana da quelle terre che mi avevano cresciuta, da quel villaggio di cui avevo fatto il mio piccolo mondo, senza una meta, senza nulla di che vivere...Senza nemmeno un nome.All Rights Reserved
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