"Non possiamo stare insieme, siamo troppo diversi." gli dissi, lottando contro le lacrime che minacciavano di rigarmi il viso. "Che scusa del cazzo. Certo che possiamo" disse, prendendomi le mani e guardandomi negli occhi. "Perché?" gli chiesi. "Perché non si completa un puzzle con pezzi uguali."