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Nicole ha solo diciotto anni, ma tutto il peso di una famiglia sfasciata. Il padre è un violento, alcolizzato e oppresso dai debiti di gioco. La madre è una donna taciturna e sottomessa, vittima delle angherie del marito-padrone.
Ma dopo una vita di sofferenza e stenti, arriverà la svolta che cambierà la sua vita, dopo aver sentito quelle parole, che la spingono a fuggire e correre da lui; l'unico a cui chiedere aiuto, la sua unica speranza.

«Tu farai come ho deciso io!», il pugno si abbatte sul tavolo, «Sposerai Josef, senza sé e senza ma, domani sera.»
Lo shock procuratomi da questo discorso mi immobilizza. Sposare Josef è l'ultima cosa che voglio fare. È vecchio, grasso e crudele; piuttosto preferisco morire. Ma non è quest'ultimo pensiero a sorprendermi; lo è quello seguente: correre da Marte, e chiedere per l'ennesima volta il suo aiuto.
Il tiranno si alza in piedi, e barcollando se ne va. Attendo per un po', poi infilo il logoro giubbotto e corro a perdifiato verso casa sua.

Quasi abbatto la porta tempestandola di pugni. Mi fermo solo quando la sua voce risponde con -arrivo, cazzo.-
Spalanca il battente e sgrana gli occhi.
«Nic, che ci fai qui in piena notte?» è preoccupato.
Mi avvicino, artigliando la sua maglietta, e dico: «Ti prego, salvami!»
Mi fa entrare e chiude la porta. Siede sul divano e ascolta il mio racconto. Giunta al termine, vedo che serra i pugni. Si rialza e dice: «Che io sia dannato! Avanti, andiamo.»