-Scusa, non volevo spaventarti e non sapevo cosa dire- dico imbarazzata, i suoi occhi tornano ad essere quel misto tra verde e azzurro ed un piccolo sorriso le si dipinge sul volto.
-Tranquilla, è che di solito non c'è mai nessuno qui e sono sorpresa che qualcuno oltre a me conosca l'esistenza di questa stanza- dice tornando a sedersi sullo sgabello, questa volta rivolta verso di me.
-Beh, io ne sono a conoscenza da tre anni- dico muovendomi leggermente a disagio sul posto.
-Oh, anche io... strano che non ci siamo mai incrociate- risponde lei aggrottando le sopracciglia.
-Penso per la questione degli orari- dico pensando alla cosa più ovvia.
-Puo' essere- dice scuotendo il capo per poi alzarsi.
-Beh, allora ti lascio la stanza- dice raccogliendo la sua tracolla.
-Al massimo quella che dovrebbe andarsene sarei io che sono arrivata dopo di te- dico alzandomi a mia volta.
Restiamo a guardarci un attimo e chiudo gli occhi sentendo ancora quel profumo inebriante.
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