Quando uno va a scuola calcio da piccolo, vede tante cose. E sul momento, ad alcune non dà alcun peso. Poi però, a distanza di anni, ci si ricorda di quell'episodio, e di che forze terribili si scatenavano anche in un innocente campo di calcetto. Non c'è orrore in questa storia, né mostri. O meglio ci sono, ma purtroppo li classificheremo come "normali", perché ci siamo abituati. Ma non c'è solo dolore. C'è anche forza. E speranza. E c'è Riccardo. Che non ho mai conosciuto bene, ma a cui voglio ancora bene.