La professoressa McGonagall si un passo con la pergamena davanti agli occhi e chiama gli alunni in ordine alfabetico. Applausi e grida seguono tutti i risultati del cappello parlante fino al mio turno. La voce chiara e forte dell'insegnante pronuncia il mio nome e poi per l'ennesima volta alza il cappello e mi aspetta. La sala cade nel silenzio man mano che gli studenti si rendono conto che non verrà mai detto il mio cognome e questo mi congela sul posto. La McGonagall mi scruta dubbiosa poi mi fa un cenno del capo e mi costringo ad avvicinarmi allo sgabello. I piedi sono pesanti e cercano di ancorarsi al pavimento. Salgo il primo gradino ed entro nel campo visivo della Sala che viene inondata da sussurri, mormorii di curiosità e di derisione. Riesco a percepirli e a distinguerli anche se sono distante. Il cappello parlante si appoggia sui miei capelli e resta in silenzio, immobile. Il panico si diffonde nel mio corpo e chiudo gli occhi. Non sta davvero succedendo a me. E' innegabile che sia una strega, quel pezzo di stoffa non può farmi uno scherzo del genere.