" Poi ti ho fatto quella domanda, chi erano i tuoi angeli custodi e tu mi hai guardato di nuovo negli occhi. Non ridevi più ora, eri così dannatamente serio che di colpo ogni minimo rumore mi sembrava un esplosione di suoni insopportabile. Avevo paura addirittura a chiederti di rispondere perché il silenzio che stavi portando avanti mi stava quasi spaventando, ma mi hai battuto sul tempo. Le tue mani sul mio viso e poi tra i miei capelli non mi sono mai sembrate così calde, così morbide. Lo ricordo ancora, anche se ormai è passato tanto tempo da quando ho sentito per l'ultima volta quella morbidezza e quel calore. I tuoi pollici sono passati simmetricamente su entrambi i miei zigomi mentre le tue labbra si sono dischiuse per potermi parlare, ma ancora nessun suono usciva da esse. Ci hai messo un po' a dirlo, ma quando lo hai fatto la tua voce, così sottile e dolce, è risultata bassa, morbida e calda come le mani che mi stavano accarezzando. «Non sono due, ma uno solo. E non è lì in mezzo. È qui con me, in questa stanza, tra le mie mani.» "