"E un'altra famiglia è andata".
Chissà quante volte si ripeteva questa frase dentro la sua testa... ormai anche lei ne aveva perso il conto.
Era strana, glielo ripetevano sempre... ed era vero, ma che ci poteva fare? Non che quella benda sul suo occhio ormai andato aiutasse molto.
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Lilith Davies è una ragazza di quattordici anni, pronta a compierne quindici.
Dopo essere stata tolta dalla custodia dei suoi genitori in tenera età, gli assistenti sociali si preoccuparoni di trovarle dei genitori adottivi e una casa in cui potesse stare.
Il problema è che, a causa del suo carattere chiuso, Lilith non si trova bene in nessuna delle famiglie a cui è stata affidata e ciò porta gli assistenti sociali a mandarla in un orfanotrofio.
Appena arrivata lì, nulla è cambiato: è invisibile e sempre lo resterà... almeno fino a quando, anche se solo per curiosità, troverà una cartuccia di un vecchio videogame con cui inizierà a giocare.
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«Non avresti dovuto farlo... ».
Sibilò una voce, all'orecchio di Lilith, facendola sobbalzare.
Il corpo di essa rifiutava di muoversi. L'unico movimento che le era concesso era tremare, mentre la console che teneva tra le mani era già caduta sul pavimento.
«C-Chi sei?» riuscì a chiedere, osservando con la coda dell'occhio la figura del ragazzino, anzi, dell'essere che le stava accanto.
La presenza sghignazzò, per poi iniziare a giocherellare con delle ciocche di capelli color cioccolata di lei.
«Puoi chiamarmi Ben, Ben Drowned... a quanto sembra, hai incontrato un destino terribile, non è vero?».
E rise, ancora