Poema epico in versi che tratta la vita di Achille con riferimenti moderni, partendo dalla morte per mano del codardo Paride, continuando con la giovinezza e la partenza per Ilio, gli amori folgoranti e le battaglie sanguinolenti e finendo con...SE VE LO DICESSI DOVE SAREBBE LA SORPRESA? Vi basti sapere che, come Virgilio modellò la sua Eneide a motivo encomiastico nell'origine di Roma per la gens Iulia (mecenatismo di Ottaviano-Augusto), altrettanto modellerò io la vita del pelide, aggiungendo a mio piacimento l'immaginazione, sempre rientrando nei parametri di una sconfinata mitologia classica. Non farò parafrasi di alcun tipo, non perché non ne sarei in grado, ma perché ho un astio nei confronti dello "scontato" e, per di più, sarebbe davvero troppo lunga da scrivere! ;) Pubblicherò i vari canti non appena sarò sicuro di ciò che ho scritto e revisionato, quindi non posso promettere scadenze o regolarità di pubblicazione. Intanto: "Ti dirò un segreto: gli Dei ci invidiano, ci invidiano perché siamo mortali; perché ogni momento può essere l'ultimo per noi, ogni cosa è la più bella per i condannati a morte; e tu non sarai mai più bella di quanto sei ora". P.S. (un piccolo spoiler) Briseide e Achille non si sono mai amati veramente e non sarò certo io ad accoppiare ciò che il Fato scelse di dividere; anche perché poi, parliamoci chiaro, fra Deidamia (la sacerdotessa di Sciro) e Polissena (la più giovane principessa troiana), chi mai potrebbe reggere il confronto? Buona fortuna! P.P.S. Opera dedicata alla Musa nascosta sotto "Fontana sia lesa".
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