Estratto: «Dimmi un po', l'hai trovato quindi il tuo posto nel mondo?» Rimaniamo a guardarci per qualche secondo. Il suo viso è nella penombra e non riesco a capire dove finisca la sua pupilla e dove inizi l'iride. Abbasso gli occhi e guardo le sue mani intrecciate intorno il collo della bottiglia. Annuisco. «E dov'è?» Sorrido. Aspetto qualche secondo prima di rispondere. Jeffrey prende un sorso di birra e seguo i suoi movimenti, per poi incontrare il suo sguardo. Ha un sorriso furbo accennato sul suo viso e la sua espressione è rilassata. Non dovrei dire quello che sto per dire, so che mi metterò nei guai. «Ho imparato che la cosa importante non è il luogo, ma le persone che ci circondano.» Faccio una piccola pausa giusto per prendere un sorso di birra e farmi coraggio. Porto lo sguardo fuori da questo locale, dove la pioggia continua a cadere. Le gocce, illuminate dai fari delle macchine, sembrano milioni di aghi luminosi. «Sono nel posto giusto, quando sono con le persone giuste.» Sposto lo sguardo su Jeffrey. Mi sorride di sbieco e poi poggia la birra sul tavolo. Si guarda velocemente intorno, come se controllasse che nessuno stesse venendo da noi, così da non rovinare questo momento. Si fa poi più vicino, affianca il suo viso al mio, mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio ed io ho un brivido lungo la spina dorsale. Si avvicina ancor di più e sento il suo respiro che si scontra contro il mio collo. «Se dobbiamo vederla in questo senso, ora sono nel posto giusto, al momento giusto, con la persona giusta.» Ho una fitta alla bocca dello stomaco e per poco non mi esce un piccolo lamento dalle labbra. Si allontana, mi guarda con i suoi occhi scuri e poi porta la sua mano sinistra all'altezza della guancia, sfiorandomela. Rimane per un paio di secondi in questa posiziona e poi rimette apposto la ciocca di capelli. Mi sorride, si passa velocemente la lingua sulle labbra e si rimette al suo posto. 18/04/19
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