✎Scritta da @lovelesshadow e @arminwife✐
《GLI AVVENIMENTI E LEGAMI DEI PERSONAGGI NON SONO IN ALCUN MODO LEGATE AD AOT》
【 Una vita difficile.
Un peccato dimenticato 】
Eren ha solo otto anni quando colei che considera come una sorella maggiore,Hanji, si trasferisce, lasciandolo da solo con la sua famiglia e i suoi vicini di casa Armin e Mikasa. Gli anni passano, e, mentre il padre di Eren scompare misteriosamente, l'amicizia tra i tre si fa sempre più profonda, fino a renderli inseparabili ed indispensabili l'uno per l'altro.
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In un freddo martedì di novembre, Eren, ormai diciassettenne, trova nella buca delle lettere un messaggio da parte di Hanji, che lo invita a passare, insieme ad Armin e Mikasa, le vacanza invernali nella sua città: Liverpool.
Eren, senza pensarci troppo, decide entusiasta di accettare l' invito, elettrizzato di riincontrare la sua amica. Nonostante siano passati quasi dieci anni, infatti, non ha mai smesso di pensare a lei, che rappresenta una parte importante della sua vita ed infanzia.
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Durante una festa a casa di un conoscente di Hanji, si ritrova a conoscere vari amici della ragazza, mentre i suoi occhi vengono attratti da un ragazzo di cui non riesce ad intravedere il viso: giacca di pelle, jeans scuri ed anfibi ai piedi, ed un tatuaggio sulla schiena di cui si vede un estremità sul collo.
Si ritrova ad osservare con attenzione quei suoi capelli color carbone, scompigliati a causa della confusione. Impazzisce ogni attimo in più che lo guarda, mentre un dolore cieco si impossessa del suo io.
Gli occhi di Hanji, quando la sorprende a fissarlo hanno uno sguardo strano, vuoto, quasi doloroso. Deve stargli lontano. Eren l' ha capito. Ma non si può stare troppo lontani dal proprio passato
Sono passati quattro anni dalla fine dell'amicizia tra Levi Ackerman ed Eren Jaeger e la situazione non è del tutto sistemata. Con la morte di Kuchel Ackerman cambia drasticamente e i due sono costretti a far fronte ai vecchi problemi e al rancore nascosto con gli anni. Ed entrambi non sanno quanto il loro rapporto sia destinato ad evolversi.
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Ascoltammo la canzone in silenzio fin quando, verso la fine, Eren non parlò nuovamente, quasi cantando.
"But I just cannot manage to make it through the day without thinking of you, lately."
Accennai un breve sorriso e mi sporsi verso di lui, senza aprire gli occhi. Riuscii a baciare le sue labbra piene e sentii il sapore delle lacrime su di esse.
"Eren", sussurrai confuso. Sollevai le palpebre e vidi qualche goccia salata sulle sue guance. Però sorrideva.
"Sono felice, non preoccuparti. E penso che ti dedicherò un'altra canzone perché questa è fottutamente triste", mormorò e decisi di bloccare la sua parlantina con un altro bacio. Un altro ancora e ancora un altro finché non ci addormentammo con le labbra stanche ma i cuori felici.