Incappare in un disturbo alimentare,
è rischio assai banale: che avvenga per insicurezza o superficialità,
rimane comunque il rebus per dove quello condurrà.
È debilitante, la psiche pare essere in combutta contro la persona stessa, e quando anche
l'anima è convinta della veridicità del fatale riflesso,
si diventa il nemico numero uno di sé.
La logica dei cari e di chi si premura non regge, il cibo è l'unico a cui si presta udienza,
sia che ci si rinunci sia che si sviluppi per esso una dipendenza.
Molto, dell'esito ultimo, della partita finale, incide il contesto, così come l'educazione ricevuta,
poiché è fondamentale che dall'infanzia venga insegnato, ripetuto e ribadito,
che l'amore affettuoso è il nutrimento basilare,
non conta quanto sia magro o carnoso un dito.
Noi non siamo il numero che pesiamo, voglio alla galassia intera gridarlo,
e il nostro corpo, nessuno è veramente ingombrante, è questo il passo decisivo, la rotta per conquistare la luce, la libertà, lo slacciarsi da un'utopica brama, che trae sostentamento dalla perfezione.
Capiremo mai che è proprio essa,
a portarci alla perdizione?
NOTA: quando ho concepito questa "storia", avevo in mente un progetto diverso, ma ho lasciato correre le dita sulla tastiera senza pormi limiti (per una volta non mi sono controllata, è stata una sensazione appagante!), ed ha preso forma il presente prodotto. Non riguarda esclusivamente il tema alimentare, anche se spero di non esserne fuoriuscita troppo. ciò di cui ero ignara, però, è dei larghi benefici che ho potuto trarre. Critiche, commenti e altro sono profondamente graditi, grazie
di cuore!
LO RIPETO PER L'ULTIMA VOLTA:IN QUESTO LIBRO CI SONO PAROLACCE E BESTEMMIE, QUINDI SE VI DANNO FASTIDIO ANDATEVI A LEGGERE QUALCOS'ALTRO
Esattamente come i precedenti (ormai andati) qui scriverò le cose che odio di più sottoforma di sfoghi
P.S. Conterrà parolacce di ogni tipo, a volte anche bestemmie