Ucraina, 1990. Sono passati quattro anni da quando il mondo assistette attonito al più grande disastro nucleare della storia, quello di Chernobyl. Le persone che accorsero ad ammirare l'incendio che s'innalzava con fiamme multicolori e luci arcobaleno oltre la coltre di fumo, sul ponte della ferrovia, morirono poco dopo. Eccetto una. Non si trovava lì per contemplare lo spettacolo come le altre, bensì per riuscire a scappare da ciò che aveva fatto. Da chi, come la centrale, aveva ucciso. N.B: Chernobyl è solo la cornice del racconto.