Dependency

Cambiare città per trasferirsi all'università non è facile, soprattutto se non si conosce nessun altro oltre le proprie coinquiline.

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Lo osservai e sbattei le palpebre qualche volta riconoscendolo. Sbiancai. Mi sbagliavo o era... il tipo contro cui avevo sbattuto in corridoio e che avevo insultato?

"Giorno ragazzi, io sono il vostro nuovo professore di storia dell'arte" Il professore mentre parlava sorrise lievemente. Notai il suo sguardo finire su di me, sorrise più ampiamente. Probabilmente avevo un'espressione davvero sconvolta.

Ma che potevo farci? Non mi aspettavo di aver un professore così giovane... ero certa fosse un altro studente!

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"Elle" disse avvicinando il viso al mio. Potevo vederlo ancor meglio così. Era di una bellezza eccezionale, eppure mi faceva paura la sua espressione, per non parlare del suo comportamento. "Dovresti stare attenta alle persone che incontri di sera, Elle" finì di parlare allontanandosi da me.

Non sapevo dire con certezza se il mio corpo fosse felice o meno del fatto che avesse rimesso un po' di distanza tra di noi.

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"È chiaramente un appuntamento e io ho un fidanzato" chiarii nuovamente.

"Siamo solo usciti insieme e stiamo in un bel posto. Hai detto tu che è un appuntamento. Io non ho detto niente."

Rimasi in silenzio un attimo. Non riuscivo davvero a capire cosa volesse da me. "Non è un appuntamento" puntualizzai. "Vero, lo sembra, ma non lo sarà."

Lui accennò una lieve risata. Mi sentivo ridicola in quel momento. Con qualche giro di parole mi faceva pentire delle mie risposte. Si stava prendendo gioco di me?

"È ciò che vogliamo che sia" scrollò semplicemente le spalle e allungò il braccio verso il secchiello per il ghiaccio.

ATTENZIONE: LA STORIA CONTIENE LINGUAGGIO VOLGARE E SCENE DI SESSO E DROGA, NON ADATTO AI MINORI