"Harry, m-mi dispiace tanto," balbettò Louis, cercando di mantenere sul livello la sua voce e, persino, cercando di mostrarsi forte, ma con il modo in cui Harry lo stava guardando, fissandolo come se potesse vedergli direttamente l'anima, era difficile, quasi impossibile.
Quella semplice frase iniziale, quella breve dichiarazione introduttiva che veniva così spesso detta facilmente, senza dolore e a debita distanza. Dava ad un dottore la capacità di mostrare empatia senza delle vere emozioni, senza sentire l'intero peso e la pura forza del dolore sottostante essa stessa.
Ma Louis la sentiva, sentiva la schiacciante agonia dietro quella frase, sentiva il peso delle dolorose parole che uscivano dalla sua bocca, la causa e l'effetto che quell'espressione di tre parole deteneva. Il lontano e vuoto "mi dispiace tanto" che i dottori gettavano fuori per l'istinto dell'auto-conservazione, non era affatto vuoto per lui. Lo riconosceva, lo capiva, lo sentiva.
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Una storia, guidata dal fato, di due ragazzi distrutti e martoriati che sono a malapena sopravvissuti all'immaginabile, e di come l'amore di una bambina coraggiosa sfida tutte eventualità e, in qualche modo, li fa rimette insieme.
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[Harry/Louis
Medical!AU - Doctor!Louis - Father!Harry - Emotional Hurt/Comfort - Medical Traumas - Character Death
1/18 chapters, 19.5k]
Crediti copertina: @tomlinsay
THIS IS A TRANSLATION, THE STORY BELONGS TO the almightyavocado ON AO3!!
IL PREQUEL DI QUESTA STORIA È - COME DUE BAMBINI
Metropolitan General Hospital, l'ospedale più importante d'America.
Louis è un brillante neurochirurgo che si destreggia da anni per diventare il miglior medico di tutta l'America.
*Dai capitoli*
Louis corse come mai prima, chiedendosi perché avesse fatto una doccia se comunque correndo sarebbe arrivato sudato a lavoro.
Per fortuna Louis era abituato a correre visto che era un ritardatario cronico.
Più o meno lo faceva tutte le mattine.
Arrivato davanti l'ospedale, entrò e si infilò nel primo ascensore disponibile.
Aveva il fiatone e si appoggiò ad una delle maniglie che erano presenti lì dentro per riprendere fiato.
-Corso anche oggi eh?- chiese ridendo il suo collega di Pediatria.
Louis annuì. Non aveva la forza per parlare.
Con loro c'era anche Murphy, la dottoressa responsabile di Ginecologia.
-Se ti svegliassi in tempo, non dovresti correre.- lo prese in giro il collega di Pediatria, il dottor Oliver Jones.
-Ma dai!- rispose a tono Louis.
Jones ridacchiò.
I Pediatri. Non li sopportava proprio!
Tutti uguali, con quel modo brutto che avevano di prendere sempre per i fondelli le persone. Sempre lì a scherzare e a prendere in giro, sempre di buon umore perché lavoravano con i bambini.
-Oggi arrivano i nuovi Integrati?- chiese per cambiare discorso alla collega, la dottoressa Murphy.
-Si. Forse sono già su. Dovevano arrivare tra qualche minuto in teoria.
Louis annuì, respirando profondamente.
*
Jones era alla fine del corridoio.
Louis lo vedeva. Ed accanto a lui c'era un'altra figura, che doveva essere il nuovo medico.
Louis si avvicinò mentre Jones si girava.
-Dottor Tomlinson, buongiorno!
Louis, con le mani nelle tasche del camice, sorrise all'altro.
Poi il suo sguardo si puntò sulla figura accanto a lui.
Il passo che stava facendo rimase bloccato per aria, gli occhi si fissarono e rimasero sgranati, la bocca leggermente aperta e tutto il corpo immobile.
Oh, cazzo!