Un libro scritto sui tovaglioli dei bar, sui cartoni della pizza d'asporto. Un libro scritto di notte, quando tutti dormono e anche tu, in una certa misura, fingi di dormire. Un libro scritto piangendo, scritto nei momenti più bui, quando la speranza non è che una lucina lontana lontana, che pare messa lì solo per schernirti. Un libro incasinato, pieno di confusione, spezzato, come la vita di una diciannovenne. Un libro sconnesso come il mio passato e dubbioso come il mio presente. Un libro che parla di me, senza necessariamente raccontare la mia storia.
Un libro vero, come vera è l'unica cosa che abbiamo tutti: la vita. Un libro che gronda sangue, che soffre ad ogni parola, perché se l'unica cosa vera è la vita il suo denominatore è il dolore. Un libro pieno di buio, pieno della tenebra che circonda la mia anima, ma con qualche bagliore luminoso, come gli spiragli sull'eternità che solo la vita incasinata di una giovane donna sa offrire.
Un libro pieno di tutte le persone che ho conosciuto, che ho amato e che a modo loro mi hanno riamata. Un libro pieno d'amore, e per questo ancora più sofferente. Un libro pieno di distanze, di prese di posizione, di addii, di paure.
Un libro pieno di vita.