Il volto sfregiato dal dolore, le mani sporche di terra e il corpo raggomitolato su quella piattaforma instabile. Attorno, coloro che erano presenti a quell'odiosa e inquietante cerimonia, si coprivano il volto all'altezza degli occhi. C'era, però, chi gridava a squarciagola di smetterla con le torture e di passare all'atto in sé. Luridi, così li avrebbe definiti Rebecca, ma lei non era lì. Nessuno di loro era lì. Urla frustanti, quelle che provenivano dal piccolo e fragile palco di legno, ideato, probabilmente, qualche giorno prima. Non era un gioco, o meglio, per alcuni lo era, mentre per altri era solo una "punizione" mandata dal Signore. In casi come questi, non mi sarei mai immischiata e avrei lasciato perdere, ma ora so che avrei sbagliato solamente. Avrei sbagliato a non raccontare. Lì, gli animali di colore nero non erano affatto ben visti. Lì, il cielo era l'unico spettatore dell'orrore che stava per soccombere. Lì, i corvi, diedero inizio a tutto.All Rights Reserved
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