Germania, 1940
Ester aveva sempre voluto scappare da quella prigione che era la sua vita, dove non poteva più camminare per strada senza che nessuno guardasse la stella cucita sul suo seno con disprezzo, dove la paura le attanagliava le viscere quando camminava vicino a un soldato delle SS, dove non poteva più toccare il pianoforte.
L'ebrea si ritroverà a scappare dal suo incubo peggiore nella Germania Nazista, accompagnata da un fedele amico e compagno di viaggio, anch'egli perseguitato, ma per motivi ben diversi.
Tra bandiere rosse, risate e lacrime, inganni e tristezza, la storia si srotola nel realismo di quell'epoca, macchiata dal sangue degli innocenti.
« Dopo aver messo cappotto, cappello e sciarpa, uscì dalla sua stanza stringendo la valigia, non sapeva dove andare, portava con se solo un mazzetto di soldi, un paio di vestiti, del cibo, l'anello che le aveva regalato la madre e l'orologio preferito del padre per avere un pezzo di loro con se.
Li vide mentre sedevano nel divano in attesa del loro destino e si impresse i loro volti stanchi e tristi nella mente, per paura di scordarli, stessa cosa fece con la stanza e il piano, leggermente accarezzato dalla luce lunare che avvolgeva il luogo rendendolo cupo.
Deglutì non dicendo nulla, attraversando per l'ultima volta l'atrio e aprendo la porta, correndo giù dalle scale.
Corse fino a che non le dolerono le gambe, con i capelli rossi sciolti e gli occhi del medesimo colore per aver pianto troppo, affondando i pesanti stivali nella neve fresca, provocando uno scricchiolio sordo, mentre la valigia le sbatteva sonoramente sul fianco provocandole dolore.
Dentro il suo cuore sapeva che quella era l'ultima volta che li avrebbe visti. »
Londra, anno 1851.
Elaine, rampolla della famiglia Dietrich, riesce a unirsi in matrimonio al Conte di Lancashire; un uomo enigmatico quanto affascinante, ma dal freddo e distaccato atteggiamento.
La meravigliosa vita che la giovane Contessa da quell'unione immagina si rivela lentamente un incubo, dettato dall'ossessione e dalla mancanza di empatia del marito, che le impone una vita al limite della clausura.
Solo un malore porterà lo sposo a valutare l'idea di lasciarle uno spiraglio di libertà, ma nessuno dei due sarà a conoscenza che, da quel momento, gli ingranaggi di una vendetta d'orgoglio prenderanno a muoversi lentamente, andando a creare una spaccatura sempre più grande tra i due e lasciando che la porta della gabbia immaginaria di Elaine si apra per poter raggiungere una libertà che non ha mai avuto.