"Perché sei reale quando torno a casa in piena notte e ti trovo a dormire nel mio letto.
Piccola, impaurita, così ripiegata su di te che prendi una minima parte di spazio, come se non volessi mai dare fastidio.
E non chiedi mai, non mi domandi mai dove sono stato prima di tornare. Ti basta solo che io torni.
Resti lì immobile, fingi di dormire e aspetti solo che io mi distenda accanto a te, che ti passi un braccio intorno alla vita per iniziare a disegnare con due dita i contorni dell'occhio che ho tatuato su una mano.
"Mi piacciono i tuoi tatuaggi. Vorrei ridisegnarli tutti con le dita" - l'hai detto una sola volta, eri ubriaca, lo so, ma ho smesso di respirare per un attimo e non me lo posso scordare Nina, come mi hai fatto sentire quando l'hai detto.
Io lo so che sei piena di sogni.
Io non ho dubbi. Perché ti muovi così bene anche quando stai ferma, anche quando ti metti in un angolo e l'attenzione cade comunque su di te, quando tutti ti vogliono e tu non te ne accorgi... quando ti tocchi i capelli e guardi il tramonto, quando sospiri piano e dici solo "vorrei tanto andare al mare" che io il mare te lo porterei qui, in questo parcheggio, in questa Roma desolata, te lo porterei al portone di casa, perché tu respiri sogni e desideri e acqua di mare e finisci sempre per annientarmi completamente."
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Nina arriva a Roma perché ha una storia da dimenticare. Niccolò ha dei sogni da inseguire.
Lui è schivo ma con lei è semplice parlare.
Si avvicinano, si prendono e si dimenticano, per poi tornare e non sapere dove andare.