Ukiyoe è un termine giapponese che non può essere tradotto per com'è, in italiano. Significa: "cogli l'attimo fuggente... perché c'è solo tempo per vivere".
Inutile dire che Camille, dopo un tragico incidente che porta sulla propria pelle, si limita ad esistere. Lo fa da due anni ormai, da quel giorno fatidico che domina i suoi incubi. È difficile accettarsi, rinascere, ma si può trovare il momento giusto, anche se non sembra mai possibile. Camille ci prova, andando in uno studio di tatuaggi pronta a vedere su quel corpo rotto e martoriato l'indelebile segno del ricordo, un ricordo che non accenna a lasciarla in pace. D'altronde basta che si guardi allo specchio, ed ecco lì quel difetto, quel dettaglio fuori posto che non smette di dirle quanto sia diversa, quanto sia rovinata.
In quella stanza, con l'ago che ronza a riempire il silenzio, capisce che qualcosa è cambiato.
Forse sono gli occhi di quel disegnatore che parlano raccontando storie diverse, forse è quella sua riservatezza che si porta addosso, forse è per quel tocco delicato e premuroso che usa per non farle male... ma qualcosa cambia. Ci vuole veramente poco.
Non sembra mai il momento giusto, ma c'è chi decide di smettere d'esistere e comincia a vivere.
CHI HA TEMPO PER VIVERE ha qualcosa da raccontare.
Calista Spencer si trasferisce momentariamente a Brisbane quando capisce che forse le serve una distrazione dalla vita che conduce a Chicago. Dunque, quale occasione migliore di questa per andare a trovare il suo papà in Australia?
Jordan Baxter, vicecapitano dei Brisbane Broncos, è un lupo solitario. Di poche parole, ama la sua squadra ed è dedito al suo sport, ma non lo fa mai vedere. Con problemi di gestione della rabbia, riuscire a uscire illeso da ogni partita si rivela complicato. A peggiorare le cose ci si mette una moretta mozzafiato che perde un anello. Jordan si inginocchia per porgerglielo e... il mattino successivo sono su tutte le riviste di gossip.
Lui e la sua presunta fidanzata.
Cos'altro può andare storto?