Prefazione La trash tv ci ha da tempo abituato ed assuefatto a tremende trasmissioni verità dove signore dallo sguardo lucido e compunto pongono domande che neanche un prete nel confessionale avrebbe il coraggio di fare, mentre gli intervistati non stanno più nella pelle dalla voglia di mettersi in piazza con le mutande abbassate esibendo al pubblico il loro passato di tossicomani, anoressici, alcolisti, travestiti eccetera; al di là dell'evidente squallore, a ridosso del morboso, di simili dibattiti vien da pensare che l'inconsulto esibizionismo dei secondi e l'appiccicosa bonarietà delle prime nasconda, sotto sotto, la medesima incapacità (o non volontà) di analisi, di lavoro su se stessi, di ricerca di cause ed effetti. Cioé, se ne parla tanto per non parlarne affatto. O meglio, per parlarne solo dall'esterno: con abbondanza di dati e statistiche e mancanza assoluta di sincerità. Anoressia e tossicodipendenza, in questi racconti, non sono che diverse manifestazioni del medesimo vuoto, della medesima solitudine. Ma questo è momento di battaglie, Gorga l'ha detto fin dall'inizio. La lettura di questi racconti - che può non occupare più di una sera, vista la loro brevità - lascia però un'ombra, o forse sarebbe meglio dire una lama di luce, molto lunga; come la scia del messaggio nella bottiglia, in attesa che sempre più persone lo raccolgano. Infine, è sempre bello incontrare qualcuno che sa scrivere: e Gorga, indubbiamente, lo sa fare. Olivia Trioschi
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