🥇Storia vincitrice degli Italian Academy Awards nella categoria Fanfiction 🥇
Dal testo:
"Credo che tutti siamo bersaglio di una componente di sistemi infinitamente più grande di noi, che non siamo altro che piccoli e insignificanti ammassi di carbonio organico agli occhi dell'Universo. Siamo sottoposti alle sue leggi e invischiati nei suoi meccanismi, vittime della ruota della sua casualità, spaventosa e ingiusta. E lo sa cosa rende questa cosa ancora più spaventosa? Il fatto che siamo esonerati da niente, anche se tendiamo a conferirci una sorta di immunità di fronte alle eventualità negative che sappiamo esistere, ma che non associamo mai a noi e alla nostra vita. Forse lo facciamo per rendere l'esistenza un po' più sopportabile, o forse perché l'animo umano è animato da un disgustoso senso dell'ottimismo e tende a lasciare fuori dal proprio campo visivo e dalla propria concezione stessa tutto ciò che non è oggettivamente considerabile come positivo. Quello che voglio dire, è che non sappiamo mai come la ruota girerà. Adesso ci sei, fra cinque minuti non si sa. Ora stai bene, ma fra tre giorni potresti essere in un letto d'ospedale e combattere fra la vita e la morte; oppure, quando uscirò da qui, potrei essere investito da una macchina. O magari potrebbe colpirmi un fulmine, con questo tempaccio."
❝ Uscì di casa chiudendosi il portone alle sue spalle, poi prese il primo taxi che passò e si diresse al luogo della festa. Avrebbe visto per la prima volta Kirishima, non sapeva come sentirsi, se fosse emozionato o in ansia. E se non gli fosse piaciuto dal vivo? E se Kirishima lo avesse trovato brutto o meno di quanto si aspettasse? Ma soprattutto, da quando gli importava di ciò che pensava il rosso?
I suoi pensieri vennero interrotti dal tassista che lo informò di essere arrivati nel luogo da lui chiesto, il biondo gli porse i soldi e scese dall'auto, per poi dirigersi all'interno del locale. La puzza di alcol e fumo gli invase le narici appena fece il suo ingresso, cercò di addentrarsi tra i ragazzi che ballavano ammassati e si diresse verso i divanetti, dove trovò i suoi nuovi amici.
«Bakubro, finalmente sei arrivato!» ❞