//Prologo// "Sai cosa mi piace delle ragazzine come te?" Girò intorno a me come se trovasse piacere nel vedermi impaurita e in ansia. "Che sono tutta carne e niente arrosto." Prese il mio braccio e lo strinse così forte che non riuscii a mantenermi in piedi. "Dovrai supplicare per non farti del male, puttanella." Mi lasciò il braccio e sputò su di me come se fossi un lurido oggetto che non valeva niente. Mi stava umiliando! Cercai di controllare le mie lacrime ma il dolore che provavo in quel momento era così forte che non riuscii a fermarmi. Così mi arresi e non provai in alcun modo a combattere. Ero una grande combattente io ma questa volta era diverso. Quando venivo umiliata e la mia dignità infangata, non riesco a uscirne vincitrice, ci vorrebbe qualcuno che mi aiutasse. In quel momento sentii le finestre rompersi e i vetri schizzare da ogni parte nella grande sala. Un forte rombo riempì quell'aria di violenza portando, in qualche modo, la pace. Era venuto a salvarmi. Il mio cuore battè a mille nel sentire la sua dolce e calma voce che ricomponeva tutto. Avrebbe riportato tutto come prima, lo sentivo. Non riuscii a sentire granchè della conversazione, ma ad un tratto si fermò il respiro quando sentii il rumore di qualcosa e, ad un tratto, uno sparo; tutto in una frazione di secondi. La paura cresceva dentro di me perché non sapevo chi avesse usato la pistola. La mia testa diceva Jack ma il mio cuore, Justin. Sentii della mani afferrarmi dalla schiena e dalle gambe portandomi fra le sue possenti braccia, in ogni caso mi sentivo protetta però avevo paura di aprire gli occhi. In quel momento riconobbi il suo profumo che inebriò i miei sensi. Justin.
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