«La tua pelle non è carta. Non devi tagliarla» «È su questo che ti sbagli. La mia pelle è carta e la lametta è la penna. Ed è con questa che racconto i miei errori» Caleb Stonewall era un ragazzo solo. Non era solo perché non c'era nessuno con lui, era solo perché si sentiva tale. Anche quando c'era qualcuno con lui. Era un ragazzo diverso dagli altri, perché lui aveva -ha, tutt'ora- una storia. E la sua storia è piena di errori, tutti scritti con l'inchiostro più profondo sulla carta più preziosa. Questa sua storia, adesso è vecchia. È passata. Ed è, soprattutto, irrecuperabile