Cantami, o Musa, della storia d'amore tra Achille e Briseide, ma non dimenticarti di Patroclo. Lui, il pelide, è il re dei Mirmidoni, lei una schiava troiana. Achille brama ottenere una sola cosa e una soltanto dalla guerra di Troia: la gloria eterna. E sebbene il suo adorato Patroclo non manchi mai di donargli consiglio - e tutto ciò che il cuore ama celare -, mentre la città di Troia resiste all'armata di Agamennone, Achille ben presto è condotto alla noia. Così è il Fato a condurgli Briseide: giovane, coraggiosa e testarda; anche se sente di non avere più una sola ragione al mondo per continuare a vivere. Del resto è appena divenuta schiava di un'ombra stessa della morte, cosa potrebbe mai riservarle l'esistenza a quel punto, se non un destino fatto di umiliazioni? Eppure qualcosa, in Briseide, cattura l'animo del più spietato dei guerrieri greci, qualcosa in grado di rallentare il tempo e i suoi progetti di fama perpetua. Giorno dopo giorno e notte dopo notte, Briseide si ritroverà a chiedersi se non ci sia altro dietro quella ferocia senza uguali del proprio nemico. Qualcosa che forse, insieme a Patroclo, la spingerà ad amarlo come mai avrebbe creduto possibile.