Ho sempre pensato che il posto più sicuro per sé stessi fosse la propria mente: nessuno ti ascolta, nessuno può replicare per mettere i puntini sulle i o per silenziarti.
Il problema è quando qualcosa riesce comunque ad interferire, valicando fortificazioni fatte di privacy, intimità, sicurezza. Quel qualcosa potrebbe essere la voce di qualcuno a cui tieni ma che nei tuoi confronti manifesta esclusivamente disprezzo e delusione, persino quando sei esente da colpe. Oppure si tratta di personificazioni di ansie e paure, solitamente silenziose. Dicono che il silenzio faccia più male delle parole, ma in questo caso, quando demoni simili si impossessano delle nostre voci, riescono a fare molto peggio.
Ho sempre pensato che il posto più sicuro per sé stessi fosse la propria mente: nessuno ti ascolta, nessuno può replicare per mettere i puntini sulle i o per silenziarti. Ma quando la tua stessa voce, che sia comandata da te o da terzi, interferisce nella tua isola fatta di riservatezza e libertà, quel posto sicuro rischia di diventare il più pericoloso.
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«Devi goderti le cose belle, prima che il male te le porti via. Prima che la tristezza prevalga sulla felicità, prima che i momenti gioiosi divengano soltanto un ricordo. Prima che piova, evitando che la pioggia nasconda il sole portando via lui e il suo splendore.»
«E se io amassi proprio la pioggia?»
«Non puoi amare ciò che ti infonde sofferenza.»
«E tu non puoi né sapere, né dirmi cosa fare. Per di più usando un consiglio insignificante!»
«Beh, una svolta c'è stata: hai definito le mie parole 'consiglio'.»