Le parole di Sherlock stavano uscendo dalle sue labbra con lo stesso entusiasmo con cui le note scivolavano fuori dal suo violino quando ne accarezzava le corde, sotto gli occhi di un John stranito che se ne stava lì a osservarlo sentendosi in quel momento esattamente come Scully in quella notte in cui Mulder, ai piedi del suo letto, le aveva raccontato per la prima volta del rapimento di sua sorella.