Story cover for riptide || celson by appver
riptide || celson
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Complete, First published May 07, 2020
Nelson ha sempre creduto che la sua vita fosse guidata dal destino ma allo stesso tempo non credeva affatto in quello che tutti chiamano "destino". Aveva sempre saputo nel profondo che qualcosa non andava, che qualcosa lo tratteneva con i piedi a terra ma mai avrebbe pensato che quella cosa fosse l'amore. 
L'amore, quel turbinio di emozioni, paure, sensazioni che si incontrano e si scontrano per dar vita a tutt'altro. L'incontro di tutto ciò ha fatto sì che la sua vita cambiasse all'improvviso, diventasse qualcosa di diverso e ciò l'ha portato ad essere quello che è oggi. Quel muoversi sotto la superficie del mare che ha fatto sì che lui fosse diverso, fosse sé stesso, fosse finalmente Nelson.Quel qualcosa che ci conclude sempre con l'incontro di qualcuno, quel qualcuno che per Nelson è sempre stato un punto di incontro tra se e il mondo, quel qualcuno che non poteva essere altro che Cesare.
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23 parts Complete

Dalla storia: Clara si lasciò cadere, sfinita, sulle sedie reclinabili in legno del terrazzo, sospirando. Sentiva gli occhi di Nelson addosso, ma non era più il momento di essere forte. Calde lacrime iniziarono a scendere sul suo volto mentre formulava quella semplice domanda: possibile che dopo tutti quegli anni fosse ancora innamorata di lui? Come se la sua mente volesse farsi beffe di lei, eccola che le ripoponeva il ricordo più bello e allo stesso tempo più difficile da affrontare di tutti; il loro primo incontro. Erano passati più di vent'anni ma lo ricordava come se fosse ieri. Era il primo giorno di asilo quando inciampò durante acchiapparella, sbucciandosi il ginocchio. Le veniva da piangere ed inoltre aveva rovinato i suoi pantaloni preferiti. Era ancora intenta ad osservare la ferita con le lacrime agli occhi quando una vocina disse: "sei caduta?" Era un bambino, con i capelli lisci, corti e castano chiaro, tendenti al biondo. Le sorrise sincero, porgendole una mano per alzarsi. "Si" rispose Clara afferando la sua mano. "Ora però non voglio più giocare" "Come mai?" Continuò il bambino, asciugandole una lacrima. "Ho paura" rispose lei a bassa voce, quasi timorosa. Il bambino sorrise. "Ti terrò la mano allora" Clara sorrise prendendogli la mano contenta, cacciando indietro le ultime lacrime. "Comunque io mi chiamo Cesare e da adesso saremo amici per sempre" (Completata)