Non doveva finire così, era stato tutto pianificato alla perfezione da me e Jungkook, ma ci eravamo fatti prendere dall'entusiasmo e non avevamo notato quanto avidi fossimo stati. Un solo passo falso e mi ero ritrovata a correre per quella che mi è sembrata un'eternità, inseguita dalle volanti della polizia. Correvo come una gazzella inseguita da un ghepardo, veloce e leggiadra, sapendo dove andare grazie alle indicazioni di Jungkook che mi parlava attraverso gli auricolari. Fuggivo senza pensare al bruciore dei miei muscoli che chiedevano pietà, ma sapevo che se mi fossi fermata sarebbe stato uno scacco matto; durante il tragitto ero anche inciampata, lasciando che dei cocci mi ferissero nonostante avessi lo strato dei vestiti a proteggermi. Tuttavia correvo, cercavo di regolare il mio respiro e fuggivo pensando a tutti i bei momenti passati con Jungkook e Hoseok. Non poteva essere la fine. Non l'avrei permesso. Scappavo non badando al dolore delle ferite e imboccavo tutte le scorciatoie suggerite da Jungkook. Ma ciò che mi si presentò davanti agli occhi mi fece capire che non avrei avuto via libera: ero circondata. Volanti ferme davanti a me ad aspettarmi con le sirene attivate e i fari puntati proprio su di me, ero finita direttamente nella loro rete. Altre volanti arrivarono nel giro di pochi secondi dietro di me; stremata, stordita dallo stridio insistente delle sirene e dalla luce abbagliante dei fari, mi accasciai sulle ginocchia. Davanti a me vidi aprirsi la portiera di una delle volanti ed uscire da essa una figura snella ma possente. A passi svelti e sicuri si avvicinò verso di me, con lo sguardo di chi aveva catturato la preda più succulenta di tutte. Sentii il suo fiato sul collo, poi la sua voce: «ti ho presa» sussurrò al mio orecchio prima di far scattare le manette ai miei polsi. [very slow updates because 📚]
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