Il campo di battaglia è un lago di sangue. I corpi che lo occupano indistinguibili, incrostati di fluido rosso. Non cerco nessuno, so che se li trovassi morti non riuscirei a fare quello che devo. In ogni modo, con molte probabilità oggi morirò anche io. Il manico della spada mi brucia nella mano sudata ma mi ci aggrappo con forza, non la lascerò andare fino a che questo inferno non avrà una fine. Tremo come una foglia ma la mia determinazione non vacilla. Trattengo il respiro, un nome mi sfiora le labbra ma non lo pronuncio. Ripercorro mentalmente tutti gli sfiancanti allenamenti a cui non ho mai voluto partecipare. Concentro tutte le energie nel mio piede e ci carico tutta la forza che possiedo. Chiudo gli occhi. Qualcosa dentro di me scatta. "Abec" sussurro. Poi lascio andare il piede. Lo sbatto a terra. La tensione scende in picchiata. Poi il caos.