«Ciao, io sono Harry, piacere di conoscerti» dissi, tendendole la mano. Lei mi sorrise debolmente, per poi stringermi la mano, troppo grande in confronto alla sua. «Io sono...anonima» disse, con un particolare accento, strofinandosi il labbro inferiore con l'indice. Notai il volto di una piccola tigre, tatuata alla base del dito medio. La guardai interrogativo. «Perché non vuoi dirmi il tuo nome?» «Perché siamo entrambi ubriachi fradici, e possiamo parlare di quello che vogliamo per quanto ci pare che domani non ricorderemo comunque nulla oltre al fatto che siamo finiti a letto assieme. Non ti importa davvero sapere il mio nome, lo sappiamo bene entrambi, perciò che vuoi fare, andare direttamente a casa tua e risparmiarci tanta noia oppure fingere che ti interessi qualcosa di me, stare a parlare mezz'ora o giù di lì per poi finire lì in ogni caso?»All Rights Reserved
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