Era un rumore assordante Quello che sentiva, Ma era l'unica a notarlo, Forse, proveniva dalla troppa confusione Che portava all'interno e La confondeva con quella dell'esterno. Viveva di attimi, di secondi, Quei fottuti secondi in cui La vedeva sorridere E poi.. Poi tornava la tempesta, Gli uragani, che le rosicchiavano Il corpo, le spazzavano via Tutto il bene che le era rimasto, Smise di mangiare, di farsi bella, Di vivere. Non si accorgeva nemmeno della differenza fra il giorno E la notte, per lei, tutto era uguale. Diceva che quello non era vivere Ma, sopravvivere. Ebbene sì, sopravviveva, Diceva che era qualcosa sopra la vita, in cielo. Voleva arrivare la, perché era L'unico posto in cui poteva essere felice, dove poteva vedere ogni secondo la sua donna E dice che non c'è nulla al mondo Di più bello di vedere il suo amore Felice.