"La gente può pensare quello che vuole ma-" dovetti deglutire per poter continuare. Mi sentivo gli occhi di tutti puntati addosso, penetrarmi le carni, scavare nella mia anima, indagare sulla mia espressione pur di vedere quel bagliore che sapevano di aver già visto. Mi mancava il fiato. Sapevo che anche lui l'avrebbe visto, che anche lui avrebbe sentito le mie parole e sapevo che gli avrebbero inflitto un dolore atroce per il quale avrebbe potuto anche non perdonarmi mai, ma io continuai ugualmente. Per quanto facesse male. L'intervistatore aspettava impaziente e a mani giunte la mia risposta, e io glie ne diedi una. "-ma io credo che ogni tanto questo possa essere irrispettoso, sai, per la gente che amo" Come Harry. "Come Eleanor" Dissi invece. Le mie stesse parole mi stavano ferendo, distruggendo, dilaniando, eppure non dovevo smettere di pronunciarle, non potevo smettere. "Perciò sì, io penso che la cospirazione Larry sia soltanto una di quelle cose su cui la gente ama lucrare ma in realtà... ovviamente non c'è alcun fondo di verità in questo" ed è allora che il fiato mi si accorciò e il battito del cuore mi arrivò sino in gola. Le tempie bruciavano e gli occhi pizzicavano mentre un sapore amaro mi si creava in bocca. "Ovviamente" Ripetei trattenendo una risata sarcastica e a tratti isterica. Non c'era nulla di ovvio in quanto stessi dicendo. L'unica cosa ovvia era che io mi sentissi terribilmente male, e che avessi una gran voglia di vomitare, o piangere, o entrambe. Lo sapevo, l'amore è solo per i coraggiosi, e io ero un fottuto codardo.
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