"𝑆𝑒 𝑒𝑟𝑎 𝑠𝑐𝑟𝑖𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑜𝑣𝑒𝑣𝑎𝑚𝑜 𝑟𝑖𝑛𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑟𝑐𝑖, 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑜 𝑝𝑜𝑖 𝑠𝑎𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑎𝑐𝑐𝑎𝑑𝑢𝑡𝑜."
Nella boxe ci sono tre motivi per cui un arbitro può mettere fine ad un incontro: quando stabilisce che uno dei due contendenti non sia più in grado di combattere, quando un pugile commette un fallo, oppure getta la spugna.
Jeon Jungkook, un ragazzo di vent'anni, arso da una rabbia indomita, è abituato ad affrontare la vita a pugni alti. Non sa che cosa significhi la parola arrendersi, né tantomeno cosa significhi avere fiducia nelle persone.
A soli dieci anni i suoi genitori lo hanno abbandonato a casa di Yoongi, il suo migliore amico, con la promessa di tornare presto.
Ma nessuno è più tornato a prenderlo.
Jungkook vive così nella diffidenza e nel rancore.
Un pugno dopo l'altro va avanti di incontri clandestini, inimicizie e scommesse.
L'unico di cui si fida è Yoongi, un aspirante pianista di giorno e un bookmaker clandestino al Ground di notte.
Il Ground, è un circolo di combattimenti illegali, dove Jungkook spende la propria frustrazione in cambio di soddisfazione personale e soldi per sopravvivere.
È proprio qui che incontrerà Kim Taehyung, un ragazzo dal sorriso fanciullesco e gli occhi fulgidi di energia.
Frequenta il primo anno della facoltà d'arte, ama la fotografia e fare nuove amicizie.
Il Ground non è il primo posto in cui trovereste una persona come lui, ne l'ultimo.
Ma una notte si ritroverà coinvolto sul ring insieme a Jungkook, conosciuto da tutti come Bunny e da quel momento in poi non riuscirà più ad uscirne.
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Top: Jungkook
Bottom: Taehyung
"Uno novembre.
Ore zero quattro e sette di mattina.
Il soggetto è esausto, sembra delirante.
Si muove con lentezza nell'ombra, non reagisce agli stimoli.
I muscoli fanno scatti improvvisi e i farmaci non funzionano.
È un topo da laboratorio, gira e rigira nella sua ruota.
Non riesce a fermarsi, farnetica e fatica a stare dietro ai suoi pensieri.
E a quello che gli viene detto.
Quando chiude gli occhi, non percepisce la realtà, il suo respiro si intensifica e l'affanno diventa tale da non permettergli di riaprirli se non nel buio più totale.
Nella sua testa si ripete solo un'immagine: lei, con la pelle di luna e i capelli di sole.
Nuda tra le sue braccia.
Il soggetto sono io.
E non so più dove ho messo la testa."