Questa storia non vuole offendere nessuno, né, tantomeno, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, stesso per cui, tra l'altro, provo una profonda stima.
Supporto questo Governo (che, ricordate, "non lavora col favore delle tenebre") ed il suo operato; provo nei confronti del Presidente un grande sentimento di gratitudine per ciò che ha fatto e sta facendo durante questa emergenza che ci troviamo a dover affrontare.
Storia ambientata in una Roma contemporanea, post lockdown. Siamo usciti dalla quarantena ma ci troviamo nella situazione in cui si deve convivere con il virus; piano piano si sta tornando alla normalità ma con le giuste precauzioni: l'uso della mascherina bei luoghi pubblici o dove non si può garantire la distanza di sicurezza, il frequente e accurato lavaggio delle mani, la distanza interpersonale e tutto ciò con cui ci troviamo a convivere in questo periodo.
Beatrice, 24 anni, è una ragazza romana, solare, allegra, con la voglia di vivere e di scoprire, femminista, animalista ed attivista ambientale, si batte per difendere, garantire ed ottenere pari diritti per tutti gli esseri viventi; suona il pianoforte, per il quale ha un grande talento, è amante degli sport, nonché un'accanita tifosa romanista. Il suo sogno è quello di entrare in polizia e, proprio per questo, si sta preparando e cercherà di mettere tutta se stessa per riuscirci.
Giuseppe, 56 anni, Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, avvocato, professore di diritto privato. È un uomo elegante, pacato e scrupoloso.
Cosa succederà quando i loro destini, le loro vite si incroceranno?
Se dovessero chiedere a Ginevra di parlare del destino, molto probabilmente userebbe come esempio lei e Kenan.
Parlerebbe di come il suo telefono, cadendo a terra quella sera allo Juventus Stadium, le avesse fatto incrociare gli occhi brillanti del giovane.
E ancora, citerebbe della notte in cui si era ritrovata ad aiutarlo con una gomma dell'auto bucata.
Tutto ciò senza mai averlo visto prima. Nessuno dei due fino a quel momento sapeva uno dell'esistenza dell'altro.
Per Ginevra quello, era destino.